“L’ansia è come una sedia a dondolo: sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo” – Jodi Picoult

Ansia è ormai una parola di uso comune e tutti abbiamo sperimentato, almeno una volta, questa emozione.

L’ansia è un complesso di reazioni cognitive, emotive e fisiche che si manifesta quando siamo difronte ad una sfida o ad una qualsiasi situazione che ci porta fuori dalla comfort zone, o in risposta ad una situazione percepita come una minaccia.

Essa è una risposta fisiologica dell’organismo utile alla sopravvivenza e al miglioramento delle prestazioni.

Nella sua forma fisiologica rappresenta, dunque, una grande risorsa in quanto permette di convogliare il massimo dell’energia disponibile per svolgere in maniera ottimale una prestazione, affrontare una nuova sfida o gestire una minaccia impellente. Essa attiva la persona in maniera positiva rendendola più lucida, concentrata, attenta e capace di esplorare possibili soluzioni per risolvere la minaccia o superare una sfida.

L’ansia diventa problematica quando si ha un’attivazione eccessiva e spropositata rispetto alla situazione o in assenza di una reale minaccia, per cui essa invece che potenziare le risorse dell’individuo, lo blocca e lo ostacola.

Essere costantemente in ansia significa che il cervello è sempre attivato sulla paura e quindi lavora in modalità sopravvivenza reagendo attraverso l’attacco, la fuga o il freezing. Questa modalità determina un grande dispendio di energie fisiche e psichiche, senza contare che rende impossibile individuare la presenza di una reale minaccia, in quanto tutto è letto dall’individuo come potenzialmente pericoloso.

Nella modalità sopravvivenza è, inoltre, difficile apprendere cose nuove o godere pienamente di ciò che accade o ancora provare un senso di rilassamento e benessere. Per i soggetti ansiosi è difficile sentirsi rilassati, tranquilli e a proprio agio a livello non solo psichico, ma anche fisico e ciò può avere notevoli ripercussioni sulla salute.

I sintomi tipici dell’ansia sono:

• Problemi intestinali
• Tachicardia
• Dolori al petto
• Respiro affannoso/sensazione di mancanza d’aria
• Sensazione di vertigine
• Nausea
• Tremori
• Sensazione di vuoto mentale
• Pensieri negativi
• Tendenza a rimuginare
• Paura
• Difficoltà di concentrazione
• Agitazione
• Irritabilità
• Tendenza ad evitare situazioni connesse all’insorgere dell’ansia

L’ansia nella sua accezione negativa è essa stessa un sintomo che ci informa che qualcosa non va. Essa è, infatti, presente in tutta una serie di problematiche e va valutata caso per caso in quanto l’origine potrebbe ritrovarsi in una risposta post-traumatica come nel disturbo post-traumatico da stress, oppure potrebbe essere legata, nei bambini, alla separazione (ansia da separazione), insorgere successivamente ad un lutto non elaborato, o ad una malattia, essere collegata allo stile educativo ricevuto, o ancora all’utilizzo di sostanze, o ad altri disturbi come ad esempio depressione, ipocondria etc …

Essa è spesso collegata ad una paura del giudizio altrui, al senso di colpa e ad un’eccessiva attenzione alla prestazione.

Spesso nei soggetti ansiosi si sviluppa una paura di provare ansia, la cosiddetta “paura della paura” che può portare il soggetto ad evitare situazioni ad essa collegate come per esempio: evitare di guidare, di volare, o di uscire in luoghi affollati etc … innescando così un circolo vizioso da cui è difficile uscire autonomamente.

Molte persone reagiscono all’ansia negandola o tentando di reprimerla e questo non fa altro che aumentarla. L’ansia va, quindi, compresa, accolta e regolata.

Una volta compresa l’origine dell’ansia essa può essere efficacemente trattata attraverso la psicoterapia cognitiva che aiuta a modificare le credenze sottostanti, o l’EMDR nel caso essa sia correlata ad un’esperienza traumatica. La mindfulness è molto utile nel trattamento dell’ansia in quanto aiuta a regolare le emozioni, a sviluppare consapevolezza e un atteggiamento non giudicante verso sé stessi.